Dopo la Giornata mondiale della vista del 13 ottobre scorso e Ottobre Mese della vista, in cui le persone hanno potuto usufruire di controlli visivi gratuiti, il tema della prevenzione deve rimanere sempre più attuale e strategico per i centri ottici.
Circa un italiano su quattro afferma di aver intensificato i controlli relativi alla vista nel periodo post pandemico: il dato, particolarmente significativo, emerge da una recente indagine commissionata da Vision Group e realizzata dal Centro Studi Sio in collaborazione con Ipsos, dal titolo “Benessere e prevenzione: l’impatto della pandemia sulla salute degli italiani”. Non vi è dubbio che il Covid abbia segnato in maniera indelebile il nostro rapporto con il concetto di salvaguardia della salute. Le persone oggi se ne preoccupano molto di più, curano il proprio corpo e la propria mente, coltivano abitudini e stili di vita che coniugano la ricerca dell’equilibrio mentale a quello fisico.
Per questo campagne finalizzate alla prevenzione consentono di affermare un valore sempre più centrale e significativo nelle scelte del cliente: la maggiore attenzione prestata appunto alla propria salute e al proprio benessere e, in ultima analisi, alla propria felicità. Ciò vale anche per la vista, la visione e, quindi, anche per gli ottici. Tale rinnovata sensibilità ha ripercussioni sulle decisioni d’acquisto dei consumatori, che sono disponibili a spendere di più rispetto al passato, non solo per risolvere le problematiche legate alla vista al momento del loro insorgere, ma anche in termini di prevenzione.
Come reagiscono i centri ottici italiani a questa tendenza? Registriamo un loro diffuso cambiamento: da negozio di occhiali a struttura polifunzionale in grado di coniugare in un unico luogo comfort, benessere e moda.
Si definisce così un punto vendita innovativo, che sposa una mission completamente nuova: il benessere visivo passa dalla prevenzione oltre che dalla compensazione del difetto visivo. Ancora una volta, tuttavia, non è sufficiente limitarsi a rispondere puntualmente a un’esigenza dell’utente finale: occorre altresì promuovere azioni concrete che riposizionino il centro ottico e lo caratterizzino chiaramente come realtà all’avanguardia e punto di riferimento per il benessere visivo. Risulta perciò necessario mettere in atto una strategia di marketing e comunicazione che affermi la centralità della prevenzione, oltre alla cura del benessere della vista, come fattori identitari e distintivi dell’operato del professionista, così da essere scelti da quei clienti sempre più sensibili a tali aspetti.
Almeno due sono gli elementi da presidiare se decidiamo di affrontare questa sfida: il rapporto con la classe medica e la formazione continua dell’ottico.
Per poter governare tale cambiamento torna prepotentemente in gioco l’esigenza di strutturare un rapporto sinergico con gli oftalmologi: ricordiamoci di spiegare sempre ai clienti che l’esame refrattivo è un atto tecnico che non sostituisce la visita medica e invitiamoli quindi a effettuare con regolarità un controllo oculistico come prima regola di prevenzione, oltre che di cura della propria salute. Stabilire un rapporto di collaborazione con l’area oftalmologica passa anche da ottici consapevoli del proprio ruolo di “presidio sul campo”, in grado di affermare la propria professionalità e competenza in un dialogo rispettoso delle diverse specificità: ben vengano, perciò, azioni e programmi che avvicinino i tre attori di questo confronto, ottici, oculisti e clienti-pazienti.
In secondo luogo, risulta imprescindibile un programma di formazione continua per il professionista della visione, in grado di aggiornarlo tanto tecnicamente quanto dal punto di vista manageriale: solo una categoria adeguatamente formata può comprendere le esigenze sempre nuove dei consumatori e dialogare da pari con la classe medica, ciascuno nel proprio ambito di competenza ma con un unico obiettivo comune, la salute oculare e il benessere visivo delle persone.
Articolo di Marco Brugnola pubblicato su b2eyes magazine n8 2022